sabato 5 aprile 2014

Siamo sulla buona strada?











Distanti
«Adolescenti connessi», nativi digitali che usano regolarmente smartphone, Internet e videogiochi, raramente i liceali sognano di fare il salto da utilizzatori a creatori di prodigi alfanumerici. Studi percepiti come troppo duri o troppo astratti, di cui si intravedono a fatica sbocchi e opportunità. C’è il timore di non arrivare in fondo; o di non avere, poi, opportunità diverse dall’insegnamento. «La disaffezione - dice Nicola Vittorio, ordinario di Astronomia e Astrofisica all’Università di Tor Vergata - è spesso imputabile a modalità di trasmissione del sapere scientifico troppo “tradizionali”, inadatte a farlo amare». La Fisica rinchiusa in classe, anziché in laboratorio; la Chimica relegata a formule; Matematica privata delle sue connessioni con la vita reale, stretta nell’immutabile sequenza aritmetica-algebra-geometria-trigonometria.

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